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Finanziaria 2010 da 8,9 miliardi, maxiemendamento

Stop ai soldi per le ronde e ai rimborsi per azioni e obbligazioni Alitalia

La somma totale aumenta di quasi un miliardo.

Saltano i soldi per il termovalorizzatore di Acerra

FINI: "IL RISPETTO DEL REGOLAMENTO è STATO TOTALE"

Finanziaria, è scontro in commissione: approvata con solo voto del centrodestra

L'opposizione se ne va denunciando un "precedente gravissimo", una sorta di voto di fiducia in commissione

2009-12-07

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2009-12-08

FINI: "IL RISPETTO DEL REGOLAMENTO è STATO TOTALE"

Scontro sulla Finanziaria,

governo pronto alla fiducia

Vegas: "No a nuovi emendamenti" Le opposizioni abbandonano la commissione

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Incentivi, Scajola: verso il rinnovo per auto ed elettrodomestici (7 dicembre 2009)

Gianfranco Fini (Ansa)

Gianfranco Fini (Ansa)

ROMA — L’ex finanziaria li­ght, ora lievitata a circa 9 miliar­di di euro, è stata approvata dal­la commissione Bilancio della Ca­mera. Dopo giorni di duello con l’opposizione e una nottata in bianco passata a cercare una im­possibile mediazione, il governo ha chiuso la partita. Soddisfatto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti che, in una nota, so­stiene che "è stato fatto un buon lavoro" e ringrazia i "tanti che, tra maggioranza e opposizione, hanno lavorato così intensamen­te " . Domani il testo definitivo del maxiemendamento sbarca nel­l’aula di Montecitorio verso una probabile fiducia.

L’ha prospetta­ta il viceministro dell’Economia Giuseppe Vegas ricorrendo a una sottile ironia: "Se l’opposi­zione presenterà numerosi emendamenti è probabile, altri­menti non è detto". Per il Pd, Pier Paolo Baretta già annuncia la ripresentazione di "tutti gli emendamenti " . Da Praga il segretario del Pd Pier Luigi Bersani torna a boccia­re non solo l’impianto del prov­vedimento ma anche la scelta di non accogliere nulla di quanto presentato dall’opposizione. "Un cazzotto al ruolo del Parla­mento — afferma — che deve preoccupare tutti, in particolare il presidente della Camera Gian­franco Fini".

Ai microfoni del Tg1 Bersani ha poi accusato la maggioranza di "aver organizza­to in modo blindato un minias­salto alla diligenza, fatto di misu­re irrilevanti per la situazione che abbiamo davanti e lo ha fat­to con arroganza, chiudendoci la bocca " . Il riferimento a Fini si giustifi­ca anche con il fatto che nella mattinata di ieri, dopo un ennesi­mo stop nel corso della notte in commissione Bilancio senza giungere ad alcun voto, l’opposi­zione è andata a lamentarsi dal presidente della Camera. Ma Fi­ni, nonostante le sue recenti uscite sul ruolo del Parlamento, ha convenuto — secondo quan­to riportato da fonti della presi­denza — "che, al di là delle scel­te politiche che non sta al presi­dente della Camera commenta­re, il rispetto del regolamento è stato totale". Alla soddisfazione di Tremon­ti — che ha ricordato il lavoro fatto "su sanità, assistenza ai di­sabili, ammortizzatori sociali, ri­cerca e 5 per mille, libri di scuo­la, Banca del Mezzogiorno, nel ri­spetto dei vincoli di bilancio" — fanno eco le critiche del centrosi­nistra. A fine giornata l’agenzia Stan­dard & Poor’s ha confermato i ra­ting di lungo e breve termine per l’Italia, che sono rimasti ri­spettivamente a A+ e A-1+ con outlook (prospettive) stabile.

Roberto Bagnoli

07 dicembre 2009(ultima modifica: 08 dicembre 2009)

 

 

 

 

 

La manovra | Tremonti l’aveva definito il "film dell’orrore"

Il ritorno (rituale) dell’assalto alla diligenza La carica dei 250 commi e i fondi ai combattenti

A ssalto alla diligenza, spettacolo ignobile, indecente calderone, massacro parlamentare. Hanno apostrofato la finanziaria con tutti i possibili dispregiativi possibili. Mai nessuno, però, con la forza simbolica di Giulio Tremonti: "Un film dell’orrore".

Con questa parole, pochi giorni dopo essere tornato al governo, nel giugno 2008, il ministro dell’Econo­mia aveva definito la manovra di fi­ne anno. Perché le sue intenzioni non venissero equivocate, aggiun­se: "Che non vogliamo più proietta­re ". E il sottosegretario alla presi­denza Gianni Letta non mancò di ringraziarlo pubblicamente: "Ogni anno si parla della necessità della ri­forma della finanziaria. Quest’anno è stato fatto un passo serio forte de­ciso. Lo si deve a Giulio Tremonti". Ma quella pellicola horror è rima­sta assente dalle sale un anno sol­tanto. Ancora il 22 settembre scor­so, dopo aver varato la finanziaria light , Tremonti aveva detto: "Non è una manovra. È solo tabelle secche, non ci sono tasse, tagli, aggiunte. La finanziaria non c’è più ed è un bene per il Paese. Nessun governo, di destra o di sinistra, nemmeno

Sergio Rizzo

08 dicembre 2009

 

 

 

 

La protesta della Fnsi

"Tagli all’editoria a rischio molte testate"

A rischio quotidiani di lun­go corso come "Avvenire", "Il Secolo d’Italia", "l’Unità" e "il Manifesto"

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La carica dei 250 commi e i fondi ai combattenti di S. Rizzo (8 dicembre 2009)

La sede del ministero dell'economia (Imagoeconomica)

La sede del ministero dell'economia (Imagoeconomica)

MILANO — Arriva con la Finanziaria un tetto all’erogazione di contributi per l’Editoria che, denuncia il sindacato dei giornalisti, penalizza le testate di partito. Sulla norma è infatti partito l’attacco della Federa­zione Nazionale della Stampa, il sindacato unitario dei gior­nalisti, che ha annunciato battaglia contro la "cancellazio­ne " del diritto soggettivo dei giornali di idee, di cooperative e di partito a percepire dal 2010 i contributi "diretti" previsti dallo Stato.

Una misura che riguarderebbe quotidiani di lun­go corso come "Avvenire", "Il Secolo d’Italia", "l’Unità" e "il manifesto"; e testate più giovani come "Europa" e "La Pada­nia ", e anche decine di piccole tv, cooperative espressioni del terzo settore. La Fnsi ha denunciato, in una nota, che "con un colpo di mano il governo e la maggioranza hanno improvvisamente cancellato il 'diritto soggettivo' dei giornali di idee, di coope­rative e di partito a percepire dal 2010 i contributi 'diretti' previsti dallo Stato contraddicendo impegni assunti dal Par­lamento e dallo stesso Governo". "Si tratta di una scelta mol­to grave — ha accusato il sindacato dei giornalisti — che mette a repentaglio la possibilità stessa per un centinaio di testate dei più diversi orientamenti politici e culturali di con­tinuare a offrire informazione e dibattito di idee. Così molti posti di lavoro saranno a rischio e le aziende avranno la reale difficoltà ad approvare i bilanci per il prossimo anno".

Con il pericolo di perdere circa 2 mila posti di lavoro giornalistico e di altrettanti poligrafici. Dalla Fnsi e dal coordinamento dei comitati di redazione delle testate coinvolte è quindi arrivato un "appello al Parla­mento perché intervenga per bloccare questa operazione che mette a rischio il pluralismo dell’informazione nel no­stro paese". E’ stata poi indetta una conferenza stampa per domani alla Camera. Con la Federazione e i Comitati di redazione anche l’Asso­ciazione Articolo 21 guidata da Giuseppe Giulietti e Vincen­zo Vita, senatore del Pd.

G. Str.

08 dicembre 2009

 

 

 

 

2009-12-07

FINI: "IL RISPETTO DEL REGOLAMENTO è STATO TOTALE"

Finanziaria, è scontro in commissione: approvata con solo voto del centrodestra

L'opposizione se ne va denunciando un "precedente gravissimo", una sorta di voto di fiducia in commissione

ROMA - Percorso ancora tumultuoso per la legge Finanziaria. Le opposizioni hanno abbandonato i lavori della commissione Bilancio alla Camera dove era in corso l'esame della legge di bilancio. Pd, Idv e Udc, hanno prima denunciato in aula quella che hanno definito una "anomalia", uno "sfregio nuovo e innovativo" e un "precedente gravissimo", cioè una sorta di voto di fiducia direttamente in commissione sul maxiemendamento presentato dal relatore.

Successivamente però il maxiemendamento è stato approvato in commissione bilancio con il voto della sola maggioranza. Il testo può approdare così all'aula che avvierà l'esame mercoledì prossimo.

FINI - "Al di là delle scelte politiche che non sta al presidente della Camera commentare, il rispetto del regolamento è stato totale, e su questo l'opposizione ha convenuto" avrebbe dichiarato dopo la decisione dell'opposizione il presidente della Camera Gianfranco Fini secondo quanto rilevano fonti della presidenza della Camera.

RITOCCHI - Il voto è cominciato e si è concluso in poco più di dieci minuti. Il maxiemendamento presentato dal relatore è passato con una modifica dell’ultima ora. Per quanto riguarda i ritocchi alla formulazione del testo dove si ripartiscono i fondi dello scudo fiscale, 30 milioni (nel biennio 2010-2011) andranno al ministero degli Affari esteri per le sedi internazionali mentre nuove risorse arriveranno per il rinnovo contrattuale dei circa 100 operai a tempo determinato del Corpo forestale.

VEGAS - La fiducia in Aula sulla Finanziaria "dipenderà dagli emendamenti presentati. Se l’opposizione presenterà numerosi emendamenti è probabile; altrimenti non è detto" ha spiegato il viceministro all’Economia, Giuseppe Vegas, il quale ha aggiunto che "governo e relatore terranno il testo approvato in commissione Bilancio".

 

07 dicembre 2009

 

 

 

 

Favoriti prodotti a più alta efficienza energetica e minori emissioni di Co2

Auto e elettrodomestici, Scajola:

a gennaio la proroga degli incentivi

Verso il rinnovo delle misure di sostegno ai consumi. Il ministro: in arrivo un decreto legge

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NOTIZIE CORRELATE

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Il ministro Matteoli: "Favorevole ai 150 all'ora in autostrada"

BRUXELLES - Arriverà a gennaio il decreto legge con la proroga degli incentivi destinati a sostenere i consumi e a favorire i prodotti con una più alta efficienza energetica e minori emissioni di CO2. Questa l'indicazione fornita dal ministro per lo Sviluppo Economico, Claudio Scajola, al termine del Consiglio Energia dell'Unione europea, che ha dato via libera al pacchetto di interventi sull'efficienza energetica.

AUTO E ELETTRODOMESTICI - Secondo fonti del ministero, l'intervento per decreto è conseguente al fatto che la proroga degli incentivi per le auto e gli elettrodomestici non è stata inserita in Finanziaria e quindi c'è un ampio consenso sul riproporla con un provvedimento "ad hoc" da varare in un secondo tempo all'inizio del nuovo anno.

 

07 dicembre 2009

 

 

 

 

 

Stop ai soldi per le ronde e ai rimborsi per azioni e obbligazioni Alitalia

Finanziaria 2010 da 8,9 miliardi

Presentato il maxiemendamento

La somma totale aumenta di quasi un miliardo. Saltano i soldi per il termovalorizzatore di Acerra

ROMA - La Finanziaria 2010 sarà di 8,9 miliardi di euro. È stato presentato, infatti, il maxiemendamento alla manovra in commissione Bilancio della Camera che fa aumentare di quasi un miliardo la somma totale rispetto alle ultime stime. L'emendamento si compone di un solo articolo con 250 commi. I sub-emendamenti devono essere presentati entro le 20 di sabato. La seduta della commissione Bilancio ricomincerà domenica alle 16, ma le votazioni non inizieranno prima delle 20. La conclusione è prevista per lunedì sera.

CONFERME E CANCELLAZIONI -Confermato il pacchetto welfare, il patto sulla salute, il codice per le autonomie e la distribusione dello scudo fiscale per 3,9 miliardi di euro. Per quanto riguarda le altre risorse: 250 milioni arriveranno dalla vendita di beni demaniali e un miliardo dall'accordo con le province di Trento e Bolzano, che dà loro maggiore autonomia a fronte di un minore trasferimento da parte dello Stato. Altri 48 milioni arriveranno dal codice delle autonomie e 200 dai fondi Fas, infine 350 milioni dalla voce rivalutazione terreni. Arrivano la cedolare secca al 20% sugli affitti ma solo per L'Aquila e in via sperimentale, le risorse per l'inizio dei lavori del ponte sullo stretto di Messina, il turn-over al 100% per polizia e vigili del fuoco, e le risorse per Roma capitale da reperire attraverso la dismissione degli immobili della Difesa. Cancellate invece le norme per i rimborsi di azionisti e obbligazionisti Alitalia, la possibilità da parte dei Comuni di rimborsare le ronde e le risorse per il termovalorizzatore di Acerra.

SANITÀ - Il maxiemendamento conferma che in caso di deficit della spesa sanitaria ci sarà per le regioni interessate l'incremento dello 0,15% dell'Irap e dello 0,30% dell'Irpef. L'aumento scatterà con l'accertamento annuale del mancato raggiungimento degli obiettivi del piano di rientro, con conseguente determinazione del disavanzo.

ACCONTI IRPEF - Mentre nei giorni scorsi era stato escluso, nel maxiemendamento è entrato il decreto legge varato dal governo che contiene il taglio dell’acconto Irpef che i contribuenti devono versare a novembre.

CONTI DORMIENTI - Tra le misure che sono saltate ci sono anche le risorse dei conti dormienti delle polizze vita a favore del fondo indennizzi per i risparmiatori vittime di frodi finanziarie e la proroga sino al 31 dicembre 2015 delle concessioni demaniali marittime. Non figurano più neanche la relazione al Parlamento sullo stato di attuazione degli accordi di Basilea 2, l’incremento di 3 milioni di euro per il funzionamento dell’Agenzia per la sicurezza nucleare.

BANCHE - Saltano gli sgravi per le banche che hanno sottoscritto la moratoria per i debiti delle piccole e medie imprese.

CONSIGLIERI COMUNALI - Il numero dei consiglieri comunali viene ridotto del 20% e viene anche stabilito che il numero massimo degli assessori comunali è determinato in misura pari a un quarto del numero dei consiglieri e il numero massimo degli assessori provinciali è determinato in misura pari a un quinto del numero dei consiglieri. Il maxiemendamento conferma il taglio per il contributo ordinario agli enti locali: per gli anni 2010, 2011 e 2012 in misura pari, rispettivamente, a 1, 5 e 7 milioni di euro per le province e a 12, 86 e 118 milioni per i Comuni.

 

05 dicembre 2009(ultima modifica: 06 dicembre 2009)

 

REPUBBLICA

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2009-12-07

Dopo una notte di dibattito, la svolta. Bocciati 150 emendamenti dell'opposizione

Il testo è atteso in aula per mercoledì. Bersani: "Ci chiudono la bocca"

Finanziaria, ok in commissione

Vegas: "Probabile la fiducia"

Finanziaria, ok in commissione Vegas: "Probabile la fiducia"

Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti

ROMA - E' scontro duro sulla Finanziaria. La commissione bilancio della Camera ha dato via libera alla Finanziaria e al bilancio, dopo aver approvato rapidamente il maxi emendamento del relatore. Al voto hanno partecipato solo i rappresentati della maggioranza che in poco meno di dieci minuti hanno bocciato circa 150 emendamenti dell'opposizione. L'opposizione (che ne ha parlato con Gianfranco Fini) attacca e parla di "precedente gravissimo" e di ''fiducia mascherata'' con una manovra riscritta dal relatore e blindata. ma Fini taglia corto: "Il rispetto del regolamento è stato totale". Il testo è atteso in aula mercoledì. Molto probabile il ricorso alla fiducia: "'Se l'opposizione presenterà numerosi emendamenti è probabile, altrimenti non sarà posta" chiosa il viceministro dell'economia, Giuseppe Vegas.

E' questa la conclusione dello scontro tra maggioranza e opposizione. Dopo una nottata di dibattito l'opposizione aveva chiesto di interrompere brevemente i lavori per una "riflessione". Il relatore, Massimo Corsaro, però, aveva difeso l'impianto della Finanziaria: "E' chiaro che ognuno di noi crede di avere la chiave del cassetto delle verità. Ma questa è la nostra scelta". Cioè: nessuna volontà di accogliere nè le proposte dell'opposizione, nè la richiesta di 'riflessione'.

La decisione della maggioranza è criticata dal segretario del Pd, Pierluigi Bersani: "La maggioranza ha organizzato in modo blindato un mini assalto alla diligenza, fatto di misure totalmente irrilevanti per la situazione che abbiamo davanti, e l'ha fatto con arroganza chiudendoci la bocca e non discutendo con noi nemmeno in minima misura di ciò che abbiamo proposto". Duro anche Rocco Buttiglione dell'Udc che denuncia: "Governo e maggioranza hanno voluto strozzare il dibattito già in commissione, prima ancora che si arrivasse in aula e a un'eventuale ennesima fiducia".

Ma la maggioranza ribalta l'accusa: "L'opposizione

cerca lo scontro e non ha nessuna intenzione di aiutare il Paese ad uscire dalla crisi economica" dice il vice presidente dei deputati del Pdl, Italo Bocchino.

(7 dicembre 2009)

L'UNITA'

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2009-12-08

Tagli, bavagli e regali alle mafie. Tremonti blinda la manovra

di Bianca Di Giovannitutti gli articoli dell'autore

La Finanziaria arriva in Aula con un record negativo già incassato: è il primo caso di blindatura di fatto già in Commissione. Quella delle ultime 48 ore a Montecitorio è la cronaca di una capitolazione del Parlamento, con il Presidente della Camera ridotto al silenzio dal pugno duro di Giulio Tremonti, che vince su tutta la linea. E in serata commenta "fatto un buon lavoro".

Chiusura su tutto: governo e maggioranza non accolgono nessuna proposta. Un grave atto politico, attacca l’opposizione che promette una dura battaglia in Aula, dove però si profila la fiducia. Pier Luigi Bersani non usa mezzi termini. "Ci chiudono la bocca - dichiara - Non possiamo parlare di nulla, né di redditi, né di occupazione, né degli investimenti".

A nulla è servita una nottata di tentativi, su detrazioni per famiglie e bonus per bambini, o sostegno per i lavoratori. Nulla. Neanche la disponibilità mostrata dalle opposizioni di ridurre le proprie proposte per un esame più veloce apre il varco. Anzi. In mattinata Pdl e Lega ritirano le loro proposte (400) e si preparano a votare il testo già pre-confezionato dal relatore Massimo Corsaro insieme al governo: un pasticcio di misure spot che non rispondono alla crisi, mettono a rischio comparti importanti dello Stato, come la lotta alla mafia e concedono anche una mancia di micromisure ai parlamentari. "Ceti deboli abbandonati - sintetizza Michele Ventura del Pd - messa a tacere anche la maggioranza".

A quel punto i capigruppo Pd, Idv e Udc si presentato da Gianfranco Fini per denunciare l’ennesima anomalia. "È la prima volta che nessun deputato riesce a inserire modifiche in Finanziaria - commenta il capogruppo Pd Pier Paolo Baretta - Fini ha preso atto, non poteva far altro", Le opposizioni abbandonano i lavori e convocano la stampa. Nello stesso momento il centrodestra vara compatto e silenzioso il testo senza modifiche. Ma in Aula il dibattito sarà "caldo" annuncia l’opposizione.

Segue un duello a distanza con accuse reciproche. "Nessuna anomalia, la maggioranza era d’accordo con il governo, l’opposizione ha sollevato solo questioni procedurali", attacca il viceministro Giuseppe Vegas sostenuto dal relatore. "vegas non faccia il provocatore", replica a stretto giro Baretta. Intanto la lega, che all’inizio aveva tentato di smarcarsi, prova a mettere il cappello su qualche misura. Come le risorse per il rimborso Ici garantite ai Comuni. "Un tentativo patetico - commenta Antonio Misiani del Pd - Le risorse sull’ici sono un atto dovuto e non certo una concessione della Lega. Ma cosa si dirà ai cittadini del nord sui tagli alla sicurezza (210 milioni) e sull’inutilità delle ronde?"

Il solco con le opposizioni è incolmabile, sul piano delle regole e su quello del merito. A partire dalle risorse. I quasi 8 miliardi utilizzati provengono dallo scudo fiscale e dal Tfr dei lavoratori. "È un pasticcio fatto di una tantum - attacca Giuseppe Galletti, Udc - e il 70% delle misure serve per ripristinare fondi tolti dalla manovra del 2008, come i libri di testo e la scuola. Non c’è nessun nuovo intervento". "Una Finanziaria senza prospettiva - aggiunge Antonio Borghesi, Idv - che dà poco alla scuola, alla disoccupazione e ai precari, ma riserva 210 milioni alla legge mancia del Parlamento". Spetta a Baretta elencare le disposizioni-vergogna. sulla mafia con un regalo alle cosche con la messa in vendita degli immobili, sull’Abruzzo con l’obbligo di restituire le tasse, sull’editoria con la cancellazione del diritto soggettivo delle testate a ottenere i fondi, sul lavoro. Non è prorogato il bonus famiglia (arriverà con il milleproroghe?), non si parla neanche di poveri.

Il capitolo occupazione è tra i più preoccupanti in tempo di crisi. "Su un miliardo e 100 milioni stanziati, ben 860 milioni sono destinati alla detassazione di secondo livello - attacca l’ex ministro Cesare Damiano - Per gli ammortizzatori restano solo 265 milioni". Come dire: più soldi a chi guadagna e nulla a chi resta senza reddito. L’aumento dal 20 al 30% del sussidio di disoccupazione destinato ai co.co.pro, poi, è una finzione. Per accedere al contributo (massimo 4.000 euro annui) sono necessari tanti requisiti, che già quest’anno, a fronte di circa 200mila precari rimasti a casa, hanno potuto usufruire del bonus non più di 2.000. "È il solito gioco di Tremonti - continua Damiano - che prima stanzia, e poi inserisce ostacoli per utilizzare i fondi". Mobilitata anche la Cgil. "Nulla per il lavoro, nulla per i pensionati", attacca Agostino Megale.

08 dicembre 2009

 

 

 

 

2009-12-07

Manovra, testo blindato Oggi la maratona del voto

La commisione bilancio della Camera ha dato via libera alla finanziaria e al bilancio, dopo aver approvato rapidamente il maxi emendamento del relatore. Al voto hanno partecipato solo i rappresentati della maggioranza che in poco meno di dieci minuti hanno bocciato circa 150 emendamenti dell'opposizione.

Erano andate avanti tutta la notte le votazioni in commissione. L’esame era ripreso alle 20,30 di ieri: su 447 subemendamenti presentati, 90 non avevano passato uil filtro dell’ammissibilità. Il relatore di maggioranza Massimo Corsaro aveva annunciato in apertura che avrebbe dato parere negativo su tutte le proposte. Sul tavolo il maxi-emendamento riscritto da Corsaro che ingloba gli articoli due e tre del testo arrivato dal Senato, a cui si è aggiunta una parte del decreto fiscale sullo sconto degli anticipi Irpef. nell’ultima stesura la manovra, che doveva essere light, è salita a 9 miliardi di euro. "Un mega assalto alla diligenza suunpiccolo malloppo inquinato da soldi che provengono da un vergognoso condono fiscale, condono che avrà come esito l'aumento delle tasse", ha commentato Pier Luigi Bersani in Tv. Le risorse sono reperite oltre che dallo scudo, anche dal Tfr destinato all’Inps.

TEMI CALDI

I temi caldi sono molti: dai contributi all’editoria che Giulio Tremonti vorrebbe limitare, al capitolo Difesa con la nuova Spa che non piace all’opposizione, al pacchetto lavoro giudicato inadeguato dalla minoranza. Per non parlare della disposizione che avvia le aste sui beni confiscati alla mafia, su cui si è levato l’allarme per il rischio che quei beni tornino ai clan. Esclusi dal testo i contributi alle ronde (il sindacato di polizia si è detto soddisfatto) e gli sgravi alle banche che hanno concesso la moratoria alle imprese. Su quest’ultimo punto è intervenuto ieri il ministro Renato Brunetta. "Sono d'accordo con l'eliminazione degli sgravi alle banche visto che non hanno dimostrato grande disponibilità verso la moratoria, un po’ perché è su base volontaria e poi perchè le banche sono miopi ed egoiste", ha detto. In ogni caso l’intervento dovrebbe essere riproposto in un decreto annunciato per gennaio, dove dovrebebro trovare posto anche gli sgravi all’auto e quelli sulle ristrutturazioni ecologiche. Il sindacato inquilini invece critica la mini-cedolare sugli affitti, perché sarà sperimentale e limitata alla provincia dell'Aquila colpita dall'emergenza terremoto. "È una misura timida e insufficiente", ha commentato il segretario generale del Sunia, Franco Chiriaco. Se il testo passerà così com’è lascerà molti nodi ancora irrisolti. Fortissimo il pressing delle piccole aziende editoriali che si vedono attaccate da un blitz improvviso, proprio mentre il ministro Sandro bondi stava preparando il regolamento che avrebbe comunque consentito dei risparmi. Il taglio è un attacco alla democrazia per tutte le testate che attingono al contributo diretto dello Stato, tra cui anche l’Unità. Oggi la Fnsi ha convocato un’assemblea dei cdr delle testate coinvolte. Altra partita caldissima è quella dei dipendenti pubblici. La manovra non stanzia i fondi per i rinnovi contrattuali. La Cgil Fp ha già dichiarato lo sciopero. Per loro non potrà esserci un secondo appello: o si trovano subito le risorse, o sarà tutto rinviato all’anno prossimo.

07 dicembre 2009

 

 

 

Finanziaria nuova versione. Colpo di mano su giornali e Tv, a rischio le testate "scomode"

di Bianca Di Giovannitutti gli articoli dell'autore

Ci chiudono la bocca. Lo dice Pier Luigi Bersani, accusando il comportamento di maggioranza e governo sulla Finanziaria in Parlamento: il centrodestra si è votato da solo in pochi minuti il testo, senza accettare nessuna modifica, inviandolo all'Aula dove tutti si aspettano la fiducia. Lo ripetono i rappresentanti sindacali delle testate giornalistiche che attingono al Fondo per l'editoria. La manovra infatti, al comma 53 bis, elimina il diritto soggettivo di accedere a quei finanziamenti, e decreta che le erogazioni siano ripartite tra i vari soggetti fino a esaurimento. Se non bastano, pazienza. Per di più la nuova formulazione impedisce alle società editrici di indicare la somma nei bilanci, rendendo impossibile redigere i libri contabili per il prossimo anno. In poche parole: i giornali sono a rischio chiusura.

Così si toglie ossigeno a circa 92 testate, per lo più giornali legati a gruppi parlamentari, che di fatto non sopravviverebbero senza quell'aiuto. E non perché non vendono, ma solo perché non riescono a intercettare i flussi pubblicitari, sempre più concentrati sui grandi gruppi. E' un colpo ai più deboli, un bavaglio al pluralismo, una minaccia per l'occupazione. In questo comparto, infatti, lavora un giornalista su cinque occupati nella carta stampata. Sono a rischio tra i 1.800 e i 2.000 posti di lavoro giornalistico, che andrebbero sommati ai circa 1.500 poligrafici. E' come chiudere una grand efabbrica, come eliminare in Fiat Termini Imerese.

Nei corridoi della Camera si racconta di una lite furibonda tra Giulio Tremonti e Paolo Bonaiuti, che stava redigendo un regolamento per rendere più "virtuosa" l'erogazione. Si stava studiando il modo di finanziare le testate in base alle copie effettivamente distribuite (e non solo stampate, com'è oggi) per premiare le più efficienti. Con il blitz in manovra è tutto cancellato. Sempre alla Camera si narra di un altro duello, questa volta a distanza, tra il ministro dell'Economia e il presidente Gianfranco Fini. Questa mossa sarebbe stata accompagnata da forti rassicurazioni alla Padania, testata legata al gruppo della Lega, mentre rimarrebbe in mezzo al guado il Secolo d'Italia, più vicino ai finiani. Altre voci, invece, darebbero per imminete una norma "riparatrice" nel decreto milleproroghe di fine anno. Insomma, un passo indietro una volta verificata l'effettiva portata dello scudo fiscale. Per ora però c'è solo la certezza della pagina scritta, pronta al voto blindato in settimana.

06 dicembre 2009

 

 

 

Crisi, dal Censis la fotografia di un paese in apnea

Siamo una società "replicante" che vive "in apnea" in attesa che la crisi finisca: è così che ci vede il Censis nel suo Rapporto 2009 sulla situazione sociale del Paese, presentato stamani al Cnel. Abbiamo resistito alla grande crisi economico-finanziaria senza trasformarla in un'occasione di "metamorfosi", ma replicando il modello (il "paesone") italiano che sembra, tutto sommato, aver funzionato.

Quel "non saremo più come prima" che un anno fa dominava la psicologia collettiva - dice il rapporto - è mutato in un "siamo sempre gli stessi" che ci appiattisce alla contingenza senza però deprimerci. Viviamo da molti mesi in apnea, in vitale resistenza alle pressioni degli eventi. Ma se nei primi mesi del 2010 i mercati mondiali non ripartissero, se alcune filiere essenziali per l'industria italiana non riprendessero lena, se non fossimo capaci di andar da soli - avverte il Censis - il ricorso all'adattamento potrebbe non servire più.

Più di una famiglia su quattro arriva a stento a fine mese. E per coprire le necessità quotidiane è costretta ad ingegnarsi attingendo così ai risparmi accumulati nel tempo, dilazionando i pagamenti o chiedendo un prestito. A guidarle, una comune strategia: tagliare su tutto, mettendo al bando gli sprechi e ridefinendo i propri consumi. In una corsa sempre più alla ricerca delle offerte e dei prezzi più convenienti, in cui anche il carrello della spesa e la casa diventano low cost. Mentre si dice addio ai vizi che costano troppo, sigarette in testa.

A fotografare "la stressata resistenza" delle famiglie italiane ma anche le nuove abitudini su cui la crisi le ha instradate è il rapporto 2009 del Censis dedicato alla situazione sociale del Paese. Dall'indagine emerge che il 28,5% delle famiglie ha avuto difficoltà a coprire le spese mensili con il proprio reddito. Un dato che si confronta, al contrario, con un 71,5% che invece dichiara di avere un reddito sufficiente, con una quota che sale quasi al 79% nel nord-est e scende al 63,5% al sud.

In questi ultimi 12 mesi, dice il Censis, abbiamo resistito alla crisi riproponendo il tradizionale modello "adattativo-reattivo": non abbiamo esasperato il primato della finanza sull'economia reale, le banche hanno mantenuto un forte aggancio al territorio, il sistema economico è caratterizzato da una molecolare presenza di piccole aziende, il mercato del lavoro è elastico e protetto, le famiglie sono patrimonializzate, cioè hanno risparmi e proprietà. Ci hanno protetti, insomma, proprio quelle dinamiche che molti hanno sempre considerato regressive. Sono però in corso, avverte il Censis nel suo Rapporto, alcuni processi di trasformazione. E il processo forse più sostanziale e delicato dell'attuale momento è "il silenzioso lavoro" attraverso il quale avviene il ritorno all'importanza prioritaria degli interessi e alla tendenza ad "agirli" in presa diretta, più che a rappresentarli sul piano dell'opinione collettiva.

04 dicembre 2009

il SOLE 24 ORE

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2009-12-08

IL TESTO BLINDATO DELLA FINANZIARIA

2009-12-07

Finanziaria, il via libera arriva con un blitz della maggioranza

di Nicoletta Cottone

7 dicembre 2009

Opposizione: "Finanziaria sotto assedio del governo"

Incentivi per auto e pc a gennaio con decreto legge

Inammissibile la ripartizione dei fondi dello scudo fiscale (di Nicoletta Cottone)

L'Abc della Finanziaria 2010 (di Claudio Tucci)

"Dai nostri archivi"

Opposizione: "Finanziaria sotto assedio del governo"

Finanziaria, maxi emendamento da 9 miliardi

Finanziaria: in arrivo una riformulazione della manovra

Finanziaria: inammissibile la ripartizione dei fondi dello scudo fiscale

Finanziaria, Fini: "Governo deprecabile se porrà la fiducia"

Appena l'opposizione ha abbandonato i lavori della commissione Bilancio della Camera, protestando per la manovra blindata, la maggioranza ha dato via libera alla Finanziaria e al Ddl Bilancio, dopo aver approvato rapidamente il maxi emendamento del relatore. In meno di dieci minuti sono stati bocciati circa 150 emendamenti dell'opposizione. Sì solo a una modifica proposta dal relatore Massimo Corsaro sulla ripartizione dei fondi dello scudo fiscale. "Denunciamo la violenza formale con la quale il presidente della Commissione, ha avviato la votazione degli emendamenti", ha detto Pier Paolo Baretta del Pd.

Solo qualche minuto prima le opposizioni avevano abbandonato i lavori della commissione e indetto una conferenza stampa. Pd, Idv e Udc hanno protestato perché, come hanno segnalato direttamente anche al presidente della Camera, l'andamento dei lavori in Commissione ha costituito di fatto una "fiducia anticipata" o "una fiducia mascherata": per la prima volta nella storia della Finanziaria non sono state accettate modifiche al maxiemendamento, né da parte di deputati della maggioranza, nè dell'opposizione: non c'é niente di origine parlamentare, lamenta l'opposizione. Il presidente della Commissione, Giancarlo Giorgetti, si è rammaricato della scelta di abbandonare i lavori da parte dell'opposizione, ma ha sottolineato che si tratta di una valutazione politica: il regolamento é stato rispettato.

"Questa Finanziaria - ha detto il capogruppo dell'Idv in commissione Bilancio della Camera, Antonio Borghesi - non solo non risolve i problemi del Paese, ma mentre il presidente Berlusconi aveva garantito che conquesta manovra era finito l'assalto alla diligenza, invece

l'assalto alla diligenza c'é stato: se lo sono fatti loro su misura". Borghesi ha puntato il dito sul

fatto che nel maxi-emendamento del relatore é entrato "ditutto di più come interventi micro e per istitutispecifici".

Dopo un'intera nottata di dibattito senza alcuna votazione il capogruppo Pd alla commissione Bilancio, Pierpaolo Baretta, aveva definito in stallo la situazione del ddl di manovra. Una pausa di riflessione era stata chiesta dall'opposizione alle sei di mattina, vista la blindatura da parte della maggioranza in difesa del maxiemendamento presentato dal relatore Massimo Corsaro, interamente sostitutivo degli articoli 2 e 3 del provvedimento.

Intanto il vice-ministro all'Economia, Giuseppe Vegas, ha detto che la fiducia in aula alla Camera non è scontata ma è "probabile". "Dipenderà dagli emendamenti presentati - ha detto Vegas - Se l'opposizione presenterà numerosi emendamenti è probabile, altrimenti non sarà posta". Per Vegas l'iter seguito per l'approvazione in commissione Bilancio della legge Finanziaria "è una pre-applicazione della riforma che introduce la Legge di Stabilita" e ha mostrato che "la maggioranza è stata solidale e coesa con il governo". In risposta alle polemiche avanzate dall'opposizione, Vegas ha poi aggiunto: "poteva utilizzare il confronto della nottata per entrare nel merito dei temi, mentre invece si è discusso solamente del metodo".

7 dicembre 2009

 

 

 

Opposizione: "Finanziaria sotto assedio del governo"

di Nicoletta Cottone

7 dicembre 2009

"Dai nostri archivi"

Finanziaria, il via libera arriva con un blitz della maggioranza

Finanziaria, maxi emendamento da 9 miliardi

Finanziaria: in arrivo una riformulazione della manovra

Finanziaria, Fini: "Governo deprecabile se porrà la fiducia"

Finanziaria: più tasse per le Regioni con la sanità in rosso

 

Finanziaria sotto assedio del Governo, con una "fiducia anticipata" o una "fiducia mascherata". Così le opposizioni descrivono la Finanziaria per il 2010, approvata con un blitz della maggioranza in 10 minuti, appena le opposizioni hanno deciso di abbandonare i lavori. Dieci minuti per bocciare 150 emendamenti dell'opposizione, per approvare il maxi-emendamento del relatore Massimo Corsaro (Pdl) e la modifica della tabella di ripartizione dello scudo fiscalegiudicata inammissibile.

Baretta: "Nessun emendamento, nè della maggioranza, nè dell'opposizione, entra in Finanziaria". Le opposizioni hanno protestata nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio per l'anomalo iter di approvazione della Finanziaria in commissione Bilancio alla Camera. "Qui ci sono due anomalie - ha detto il capogruppo del Pd in commissione Pier Paolo Baretta - e la prima è che è stata attuata, di fatto, una procedura fiducia in commissione sul maxiemendamento blindato, il che rappresenta un vulnus davvero pesante. La seconda è che nessun emendamento, nè della maggioranza, nè dell'opposizione, entra nella Finanziaria. Questi due fatti sono dei precedenti molto gravi. Noi, come ci era stato chiesto dalla presidenza, eravamo arrivati anche a selezionare dei nostri 200 ultimi emendamenti restati, 43-44, per vedere se da parte della maggioranza c'era una disponibilità a discutere almeno su questo. Ma, dopo che siamo andati a illustrare al presidente Fini la situazione, in commissione Bilancio si è verificata una ulteriore forzatura procedendo alla votazione. Per questo non abbiamo partecipato al voto finale. La situazione che si è venuta a creare è molto seria e queste tensioni si riverseranno tutte anche nell'Aula".

Borghesi (Idv): "Finanziaria all'insegna dell'attacco alla diligenza". "Questa Finanziaria- ha detto il capogruppo dell'Idv in commissione Bilancio della Camera, Antonio Borghesi - non solo non risolve i problemi del Paese, ma mentre il presidente Berlusconi aveva garantito che con questa manovra era finito l'assalto alla diligenza, invece l'assalto alla diligenza c'é stato: se lo sono fatti loro su misura". Borghesi ha puntato il dito sul fatto che nel maxi-emendamento del relatore é entrato "di tutto di più come interventi micro e per istituti specifici".

Galletti (Udc): "Abbiamo preso atto dell'impraticabilità del campo". Il capogruppo dell'Udc in commissione Bilancio Gian Luca Galletti si lancia in una metafora calcistica: andando via dalla commissione "abbiamo solo preso atto dell'impraticabilità del campo e abbiamo smesso di giocare". Per Galletti "un Governo e una maggioranza litigiosi e pasticcioni hanno partorito una Finanziaria debole e pasticciata". Il dibattito in aula si preannuncia caldo.

7 dicembre 2009

 

 

 

Incentivi per auto e pc a gennaio con decreto legge

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5 dicembre 2010

"Dai nostri archivi"

Allo studio del governo la proroga degli incentivi auto

Domande & risposte

Banche senza sconti sulla moratoria

L'inedito asse Epifani-Scajola: Fiat non chiuda Termini

Fiat: Scajola difende il polo industriale di Termini Imerese

 

In arrivo a gennaio un decreto legge che conterrà un altro pacchetto di interventi contro la crisi economica, tra cui gli incentivi per il settore dell'auto e gli sconti fiscali per le banche che aderiscono alla moratoria dei crediti delle Pmi. A quanto si apprende da fonti parlamentari di maggioranza, alcuni interventi, che in un primo momento sembrava avrebbero trovato spazio nella Finanziaria 2010, dovrebbero essere introdotti nel provvedimento, che sarà presentato all'inizio del prossimo anno.

Già il ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, aveva annunciato la proroga degli sgravi per il settore dell'auto anche per il prossimo anno. Insieme dovrebbero arrivare anche aiuti per il settore dei mobili, degli elettrodomestici e per i macchinari utensili. E anche incentivi per l'acquisto dei Pc, insieme a delle risorse per il digitale terrestre. Mentre l'intervento che concede degli sconti fiscali per le banche che aderiscono all'accordo tra Abi e ministero dell'Economia, era stato inserito nella Finanziaria 2010 ma è scomparso nell'emdandamento presentato dal relatore in commissione Bilancio della Camera.

5 dicembre 2010

 

 

 

 

Finanziaria: inammissibile la ripartizione dei fondi dello scudo fiscale

di Nicoletta Cottone

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5 dicembre 2009

Finanziaria: in arrivo una riformulazione della manovra

In arrivo una riformulazione della manovra

Fini: "Avanti fino a lunedì"

Più tasse per le Regioni con la sanità in rosso

L'Abc della Finanziaria 2010

di Claudio Tucci

"Dai nostri archivi"

Finanziaria, maxi emendamento da 9 miliardi

Finanziaria: in arrivo una riformulazione della manovra

Finanziaria: stop a 12 su 14 emendamenti del governo

Finanziaria: alla Camera il Pdl studia modifiche su affitti e Irap

Finanziaria, tagli obbligati alle poltrone locali

Non c'è pace per la Finanziaria. La commissione Bilancio ha stabilito che è inammissibile parte della tabella che ripartisce i fondi dello scudo fiscale, a corredo del maximendamento del relatore Massimo Corsaro (Pdl), interamente sostitutivo degli articoli 2 e 3 della Finanziaria, che tra nuove risorse e rimodulazioni vale 8,8 miliardi di euro. L'emendamento, un articolo e 250 commi, è stato presentato nella tarda serata di ieri dopo una giornata, di caos, rinvii, proteste dell'opposizione, culminate nella decisione del presidente della Camera, Gianfranco Fini, di prorogare l'esame del testo fino a lunedì.

Sul fronte dello scudo fiscale, secondo la commissione non vengono specificate le singole voci in cui andrà ripartito parte del gettito. In particolare, è stata ritenuta inammissibile la parte della tabella che destina 571 milioni a un "aggregato eterogeneo di interventi, in contrasto con i criteri di ammissibilitá" richiesti dal presidente Giancarlo Giorgetti. La commissione ha anche rilevato profili critici che riguardano il recupero di aiuti di Stato sotto forma di imposte non corrisposte in esecuzione di decisioni dell'Ue. "Si tratta di norme in entrata, mentre, secondo la logica della tabella andrebbero inserite solo disposizioni di legge che configurano nei termini di autorizzazione di spese". La seconda parte della tabella, quindi, "per risultare ammissibile, va riformulata in modo da adeguarsi ai criteri di ammissibilità" indicati dal presidente Giorgetti.

Entra il taglio all'acconto Irpef. Nel maxiemendamento alla Finanziaria è entrato il decreto legge varato dal governo che contiene il taglio dell'acconto Irpef che i contribuenti devono versare a novembre. Il provvedimento è una sorta di partita di giro per poter utilizzare le risorse nel 2010 e poterle destinare alle misure della Finanziaria.

Cedolare sugli affitti, ma solo per L'Aquila. Introdotta in via sperimentale all'Aquila anche una mini-cedolare sugli affitti al 20%, con una dotazione di 2 milioni di euro. Tra le novità arrivano più risorse per le missioni di pace: la dotazione 2010 passa da 500 a 750 milioni di euro.

Aumenta la dote per la ricerca. Più fondi anche per il credito di imposta riservato alle imprese che investono in ricerca e innovazione: stanziati altri 200 milioni di euro sia nel 2010 che nel 2011, arrivando a una dotazione complessiva di 1,050 miliardi di euro. Una norma sui contributi per l'editoria, poi, prevede di passare dal diritto soggettivo al tetto di spesa sin dal 2010. Misura che ha prodotto allarme: "Rischiano . ha detto il senatore Vincenzo Vita del Pd - la chiusura più di cento testate".

Saltano i rimborsi sulle ronde e agli obbligazionisti e azionisti Alitalia. Saltati dal testo i rimborsi ai comuni per le ronde, le norme sui rimborsi agli obbligazionisti e azionisti Alitalia e le misure sul termovalorizzatore di Acerra.

Possibile la vendita di immobili statali a trattativa privata. L'Agenzia del demanio potrà alienare gli immobili statali con trattativa privata se i beni non superano il valore di 400mila euro. Al di sopra dei 400mila euro sarà necessaria un'asta pubblica o un invito pubblico ad offrire. Se, però, dopo l'asta pubblico o l'invito pubblico, il bene immobile non fosse ancora aggiudicato, l'Agenzia del Demanio potrà comunque fare ricorso alla trattativa privata.

Nella gestione degli immobili pubblici si prevedono alcuni obblighi di comunicazione all'Agenzia del Demanio di dati relativi al patrimonio immobiliare delle amministrazioni dello Stato. Arriva poi un Fondo unico destinato alle spese per canoni di locazione.

5 dicembre 2009

 

 

 

 

 

 

 

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